Parte IV: Iniziazione
[PETER OUSPENSKY] “In noi non era apparso nulla di nuovo…
Gurdjieff al Chateau Prieuré
E se Gurdjieff aveva iniziato a lavorare con noi cosí come eravamo, allora perché si era fermato improvvisamente?“i
[GLADYS ALEXANDER] “Il programma delle materie da insegnare all’Istituto giaceva dormiente, né coloro che erano alla ricerca della salute avevano trovato le cure in cui speravano, o forse in cui credevano.”ii
[CHARLES NOTT] “Orage ed io sentivamo che Gurdjieff avrebbe potuto spiegare di più. Ed entrambi abbiamo sofferto molto interiormente a volte e ci siamo sentiti sconcertati e frustrati, come se fossimo stati lasciati… a mezz’aria…” iii
Nel corso della sua carriera, i rapporti di Gurdjieff con i suoi gli studenti raggiungono costantemente una situazione di stallo. Gli studenti si aspettano di ricevere di più prima di poter fare il passo successivo, mentre lui si aspetta che ormai abbiano imparato a reggersi con le proprie gambe.
[GURDJIEFF] “Ho deciso di chiudere l’Istituto per molte ragioni. Prima di tutto, ci sono pochissime persone che capiscono. Ho dato tutta la mia vita per il Lavoro, ma il risultato in generale delle altre persone non é buono ed è per questo che penso che non sia necessario per quei pochi di sacrificare la loro vita qui.” iv
[JOHN BENNETT] “Gurdjieff ha spiegato i cambiamenti più profondi che desideravamo non potevano essere portati da una terza persona, ma dovevano essere il risultato delle proprie sofferenze e sacrifici.” ii
Gurdjieff al Chateau Prieuré
I De Hartmann al Chateau Prieuré
I De Hartmann al Chateau Prieuré
L’iniziazione di Gurdjieff
[GURDJIEFF] “L’idea di iniziazione, che ci giunge attraverso pseudo-sistemi esoterici, viene trasmesso in una forma completamente sbagliata… Le transizioni da un livello dell’essere all’altro erano segnate da cerimonie di iniziazione. Ma un cambiamento di essere non può essere determinato da alcun rito… Non c’è, né ci può essere, qualsiasi iniziazione esteriore… I sistemi e le scuole possono indicare metodi e modi, ma nessun sistema o scuola puó fare per un uomo il lavoro che deve fare da solo…” i
Cosa sappiamo dell’iniziazione dello stesso Gurdjieff?
Sappiamo che aveva viaggiato molto. Sappiamo che aveva familiarizzato intimamente con il buddismo, il sufismo e cristianesimo, probabilmente per essere entrato nei monasteri di questi ordini. E poi c’è l’inafferrabile connessione con i Sarmoung.
La confraternita dei Sarmoung
Ai Cercatori della Verità giungono voci su una confraternita fondata a Babilonia nel 2500 a.C. chiamata Sarmoung. Questa fratellanza presumibilmente ha continuato le sue attività in Mesopotamia ininterrottamente fino al VII secolo d.C. Si diceva che possedevano le chiavi a molti misteri segreti. In un punto ulteriore nella loro ricerca, i Cercatori scoprono prometttenti prove che l’ordine dei Sarmoung potrebbe essere ancora esistente. Sono determinati a trovarlo.
Gurdjieff non trova i Sarmoung, sono i Sarmoung che trovano lui. Un rappresentante dell’ordine arriva a Bukhara con apparente conoscenza di Gurdjieff, come se fossero stato i Sarmoung a monitorare la sua ricerca. Bendati e sotto un giuramento di segretezza, Gurdjieff e un altro membro dei Cercatori della Veritá vengono condotti in un viaggio di alcuni giorni e ammessi al loro monastero principale. Lì, sono sorpresi di incontrare un terzo membro del loro gruppo, portato dai Sarmoung in modo indipendente.
Gurdjieff sul monastero principale dei Sarmoung
[GURDJIEFF] “Lo sceicco del monastero nominò come nostra guida uno dei monaci più antichi… Dopo questo, siamo entrati nella vita del monastero, ci fu consentito l’accesso quasi ovunque e iniziammo gradualmente a scoprire di tuttov Gurdjieff racconta di aver trascorso tre mesi nel monastero principale del Sarmoung. Egli è gradualmente ammesso dal suo esterno ai suoi cortili interni e diventa esposto ai suoi misteri. Nel cortile più interno, testimonia sacri balli di notevole livello. Gli vengono mostrati alcuni dispositivi molto vecchi progettati per aiutare a formare ballerini all’eseguire questi balli.
But he does not mention being ‘initiated’ during this visit to the Monastery, nor to any other monastery for that matter. Instead, Gurdjieff’s initiations happen alone, usually in moments of great inner turbulence, on the verge of despair, when forced to make a special effort to reconcile contradictions in himself.
L’epifania di Gurdjieff
Lo sappiamo dai stessi resoconti autobiografici di Gurdjeff , il più toccante dei quali è presente nella terza serie dei suoi scritti. Nel 1904, dopo essere stato ferito da una palottola vagante, Gurdjieff trascorre un lungo periodo di recupero riflettendo sui suoi sforzi per applicare ciò che aveva imparato dalle sue ricerche fino a quel momento, ed è profondamente deluso.
[GURDJIEFF] “Nonostante tutti i miei desideri e sforzi, non riuscivo a ricordarmi di me… neanche sufficientemente da ostacolare le associazioni che scorrono in me”vi Lui ha stabilito l’importanza del ricordo di sé. Ma finora, lui ha scarso successo nel raggiungerlo. Ed ecco che nasce una nuova idea in lui. Si rende conto che per ricordare se stesso sempre e ovunque, deve creare una sveglia che glielo ricorderà sempre e ovunque. E si rende conto che una tale sveglia può essere creata solo attraverso il sacrificio. Se sacrifica un profondo elemento della sua psicologia in modo che la sua assenza si senta costantemente, allora potrebbe servire come un promemoria permanente.
[GURDJIEFF] “Sorge la domanda: cosa c’è nella mia presenza generale che, se dovesse essere rimossa, mi farebbe sempre… Ricordare di me?”vi Questo auto-interrogazione avviene sola. Non c’è un insegnante che lo insegni, nessun anziano che indichi a Gurdjieff la sua debolezza pricinipale, nessun praticante esperto che gli suggerisca cosa sacrificare a beneficio del ricordo di sé. Nessun pubblico. Nessuna iniziazione cerimoniale. Nessun riconoscimento esteriore. A questo punto nella sua ricerca, Gurdjieff deve essere il maestro di se stesso. Lui deve applicare la conoscenza di sé acquisita finora per delineare la sua debolezza pricipale. Poi deve rinunciarci. L’intero suo lavoro fino ad allora lo ha portato a questo punto e quindi è, effettivamente, un momento principe; un iniziazione.
[GURDJIEFF] “Pensando e pensando, sono giunto alla conclusione che se io dovessi intenzionalmente smettere di usare il mio eccezionale potere… di telepatia e ipnotismo… poi indubbiamente sempre e in tutto si farebbe sentire la sua assenza.” vi
Gurdjieff come ipnotista professionale (1908-1910?)
I Poteri psichici di Gurdjieff
I Poteri psichici di Gurdjieff, che sembrano essere stati latenti in lui fin dall’infanzia, e che ha acuito e sviluppato durante i suoi anni di ricerca, hanno costituito una parte importante del suo carisma e del suo magnetismo, quella straordinaria impressione segnalata da tanti quando lo hanno incontrato per la prima volta.
[RENE ZUBER] “Dal sig. Gurdjieff emergeva una tale impressione di quieta forza che anche gli animali lo percepivano…“vii
[ELIZABETH BENNETT] “Il suo aspetto era assolutamente straordinario. Non avevo mai visto nessuno così.“viii
[PAMELA TRAVERS] “La sua sola presenza sprigionava energia…“ix
[RINA HANDS] ” I suoi occhi erano pieni di vita e sembrava guardare direttamente verso di me con un’espressione di straordinaria dolcezza…”
Ora Gurdjieff capisce che I suoi poteri psichici sono un’illuminazione falsa; una porta che apre a un livello ma impedisce l’accesso al seguente. Giurando di rinunciare a questi poteri, Gurdjieff inizia una lotta interiore. Da un lato, ogni situazione inviterá naturalmente il loro uso. D’altra parte, la promessa di evitarli frenará questo impulso. Gurdjieff di conseguenza provocherá un costante tirare in direzioni opposte, una zangolatura che genera il fattore “promemoria” permanente per il ricordo di sé.
[GURDJIEFF] “Appena ho capito il senso di questa idea, era come se mi fossi reincarnato Mi sono alzato e ho cominciato a correre in giro… senza sapere cosa stavo facendo, come un giovane vitello.. Ed é lí che decisi di fare un giuramento… di non usare mai piú questa mia proprietá.”vi
Tale sacrificio differisce da persona a persona. Ma il principio generale deve rimanere lo stesso ed è raffigurato su una scala colossale nel Tempio di Angkor Wat. La scena della zangolatura è presente su un muro che divide il primo e il secondo cortile, fungendo da porta attraverso la quale si può passare dall’esterno all’interno del cerchio.
Potresti immaginare cerimonie di iniziazione secoli fa, dove un iniziato sarebbe stato fatto sfilare dal primo al secondo cortile attraverso una strada rialzata fiancheggiata da torce fiammeggianti, al suono di tamburi e canti. Ma non c’è niente cerimonioso nell’epifania di Gurdjieff. È solo, si sta riprendendo, apparentemente in un grande dolore fisico ed emotivo.
Questo ci riporta ai misteriosi Sarmoung. Dalla descrizione di Gurdjieff, la disposizione del loro monastero principale é a forma di quattro cortili concentrici, proprio come Angkor Wat. Potrebbe essere che la sua visita a questa inafferrabile confraternita sia allegorica? La penetrazione di Gurdjieff nel suo “Santo dei Santi” è il suo modo di trasmettere la conclusione della sua ricerca simbolicamente, internamente?
Gurdjieff come ipnotista professionale (1908-1910?)
Gurdjieff a Kashgar (Inizio 1900)
Il messaggero oscurando il messaggio
Comunque sia, se esiste solo l’auto-iniziazione, e se le iniziazioni di Gurdjieff accadono sempre da sole, allora cosa potevano aspettarsi i suoi studenti dalla scuola del Priorato? Ha fatto ogni sforzo di organizzare le situazioni esterne favorevoli alla lotta interiore. Lui poteva solo aprire la porta loro stessi dovevano passare. Il carisma di Gurdjieff ora diventa l’opposto. Gli studenti hanno svilluppato una dipendenza dal loro insegnante che deve prima di tutto essere superata se sperano di raggiungere la vera iniziazione.
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FONTI
- Frammenti di un insegnamento sconosciuto by Peter Deminaovich Ouspensky
- Gurdjieff: Un nuovo mondo by John Godolphin Bennett
- Insegnamenti di Gurdjieff. Viaggio di un allievo attraverso il mondo by Charles Stanley Nott
- La Nostra vita con il signor Gurdjieff by Thomas and Olga de Hartmann
- Incontri con uomini straordinari by George Ivanovich Gurdjieff
- La Vita é reale solo quando “io sono” by George Gurdjieff
- Monsieur Gurdjieff, ma lei chi è? by René Zuber
- La mia vita: J.G. Bennett and G.I. Gurdjieff: Una memoria by Elizabeth Bennett
- P. L. Travers in un intervista al New York Times
Gurdjieff a Kashgar (Inizio 1900)
Continua a Leggere:
Parte I:
Gurdjieff
Parte II:
Il Messaggio
Parte III:
La Scuola
Parte V:
Quarta Via
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